Sono passati ormai 15gg e solo ora mi decido a descrivere la mia esperienza alla Marathon des Sables 2016 gara considerata la regina delle gare nel deserto e una delle più dure gare al mondo. Il deserto del Sahara è un ambiente totalmente naturale dove l’uomo non ha ancora applicato modifiche ed è assolutamente inadatto per l’uomo provare a viverci. Solo i “beduini” o i “berberi” sono riusciti ad adattarsi a questo ambiente sfruttando piccole oasi naturali per vivere in un ambiente tanto unico quanto difficile. Racconterò quindi di questa mia incredibile esperienza alla 31a MDS2016.
Giorno Zero – Bivacco
Alloggiamo da subito in una tenda Berbera composta da 8 persone. L’organizzazione ha suddiviso il campo per nazionalità in questo modo :
Nella giornata a orari prestabiliti effettuiamo le verifiche tecniche presentando i certificati medici e l’elettrocardiogramma sotto sforzo; ci vengono poi consegnati il cartellino medico e il cartellino dell’acqua. Viene consegnato inoltre il percorso di quest’anno con il relativo Road Book. Finalmente impariamo la composizione dei 257Km della gara di quest’anno che saranno così suddivisi : 34-41-38-85-42-17 Inoltre verificando il road-book capiamo da subito che quest’anno ci sarà molta ma molta sabbia per rendere la prova ancora più dura. Gli iscritti alla manifestazione per questa 31 edizione sono in totale 1250.
Giorno Uno – OUEST ERG CHEBBI / ERG ZNAIGUI : 34 Km
Alle 6,30 arrivano gli uomini in blu, soprannominati “Playmobil” che arrivano e mentre stai ancora dormendo iniziano a smontarti la tenda da sopra la testa. Saranno una costante perché questi ragazzi Marocchini hanno il compito di smontare l’accampamento composto da 166 tende dei partecipanti più altre circa 60 tende dell’organizzazione e di farle trovare già montate all’arrivo della tappa. Come si vede dal Road Book dopo soli 3km arriviamo nell’ERG Chebbi con dune alte e sabbia sottile per quasi 13km. L’attraversamento di questo ERG comporta un dispendio enorme di energie e già al primo CP1 diversi concorrenti si vedono in difficoltà a causa anche della temperatura che si avvicina a 40°. Inizia ad aumentare anche il vento che inizia a soffiare veramente forte. Oltre alla fatica per correre su un terreno morbido in cui spesso si sprofonda si aggiunge anche la forza del vento a rendere ancora più difficoltoso l’avanzamento. Inoltre la sabbia arriva ovunque negli occhi nelle orecchie in bocca nel naso ovunque… dopo un’ora mi rendo conto che ormai è normale avere in bocca un mix di saliva e sabbia. La tappa è veramente difficile e dopo 4h e 46’ arrivo al traguardo quando è appena iniziata una “sand storm” ovvero una tempesta di sabbia. Vola via qualsiasi cosa e dopo una prova veramente dura arrivare e trovare la tenda abbattuta dal vento è un pugno in faccia. Sono il primo ad arrivare della mia tenda e provo a rimettere in piedi la tenda berbera con l’aiuto dei playmobil marocchini. Ci proviamo 9 volte poi desistiamo il vento non la vuole la nostra tenda…decidiamo di aspettare quando il vento diminuisce. Oggi in diversi hanno avuto problemi di disidratazione in quanto il vento non fa sentire la sensazione di sete ed è quindi facile disidratarsi. Io seguo il consiglio dei medici di gara ( i Doc Trotter ) di prendere ad ogni bottiglia di acqua 2 pastiglie dei sali forniti dall’organizzazione per un totale giornaliero di circa 20 pastiglie e con questa concentrazione fino alla fine non ho avuto nessun problema. Alla sera il vento si è calmato e siamo riusciti noi della tenda 8 ad accendere il fuoco per cuocerci la cena. Alle 20,30 quasi tutti sono già dentro il sacco a pelo a riposarsi e a cercare di recuperare le forze perse nella tappa.
Giorno Due – ERG ZNAIGUI / OUED MOUNGARF : 41,3 Km
Alle 6,00 puntuali i Playmobil vestiti di blu arrivano a svegliarci e a scoperchiare le tende. E’ il momento in cui in circa 1 ora la temperatura passa dai circa 13° a 27° per poi aumentare ancora nelle ore centrali della giornata. Dopo la sveglia iniziano i preparativi per la colazione che deve essere abbondante in quanto le ore di corsa richiedono il dispendio di molte energie. Io per tutte le colazioni avrò 35gr di un preparato energetico disciolto in acqua una barretta energetica e qualche pastiglie di creatina e carnitina. Non è il massimo come gusto però in poco peso c’è quello che serve. Finita la colazione ripiego materassino e sacco a pelo e risistemo lo zaino nel miglior modo possibile, sistemo scarpe e ghette da sabbia e mi preparo per la partenza. Alle 8,30 dopo gli incitamenti di Patrick Bauer patron dell’evento partiamo. Decido di partire con calma per scaldarmi bene e in questa tappa voglio arrivare non troppo “cotto” a differenza del giorno passato. Ad ogni CP decido di fermarmi solo per marcare il cartellino prendere l’acqua buttare la bottiglia vuota e ripartire subito in modo tale da non rilassare troppo i muscoli e non fare fatica a ripartire. Il percorso è meno duro del giorno precedente però anche qui la sabbia è tanta. Arrivo al traguardo in 5h21’ in condizioni buone senza aver tirato troppo e senza dolori particolari. Mi accorgo oggi che gli allenamenti estenuanti fatti in preparazione sono stati utili e anche le sedute sul tapis roulant in salita sono servite per affrontare questi piccoli ma continui dislivelli. All’arrivo mi preparo il pranzo: polenta con grana grattugiato, pane carasau, 50gr di parmigiano reggiano stagionato 40 mesi e 10gr di squisito speck. Alle 18,30 preparo la cena per poi alle 20,30 rifugiarmi dentro al sacco a pelo. Sono comparse 2 vescichine però molto piccole che buco con il coltellino arroventato e che nella motte spero si secchino.
Giorno Tre - OUED MOUNGARF / BA HALLOU : 37,5 Km
Oggi mi sento in forma ho passato la notte dormendo bene, faccio la solita colazione e mi preparo per la partenza. Oggi la tappa non è troppo lunga ma anche in questa ci sarà abbastanza sabbia quindi non è da sottovalutare. Parto subito con un buon ritmo e gestisco il percorso in modo regolare; non spingo troppo sulle salite e sulle dune ma impongo un bel passo nel resto del percorso. Durante la tappa mi sento bene e il pensiero è a non tirare troppo perché il giorno dopo ci sarà il tappone da 85km quindi meglio arrivarci integri e non troppo stanchi. Rimango sorpreso in quanto nella prima tappa ero arrivato 74°, nella seconda 70° in questa tappa che non ho tirato al massimo arrivo 67°. Molto bene e comunque è bello vedere un miglioramento continuo, alza il morale e sembra tutto più facile. Ma … non lo è. Oggi si va a letto presto domani c’è “ILTAPPONE” la prova in cui tutto può andare bene o tutto può andare male o malissimo.
Giorno Quattro - BA HALLOU / HASSI TARFA : 84,3 Km
Oggi si parte alle 8,15 invece che alle 8,30 per avere 15 minuti di più di frescura mattutina. I piedi stanno bene le vesciche si sono seccate e le gambe le sento non troppo affaticate. Partenza … non tiro troppo perché di km ce ne sono da macinare un bel po’ quindi è inutile “svuotarsi “ adesso. Dopo circa 10 km inizia una parte molto impegnativa la salita al Jebel el Oftal una catena montuosa alta circa 300mt molto verticali al punto che l’organizzazione ha messo una corda per arrampicarsi in sicurezza. Impiego più di 30min per raggiungere la sommità del Jebel con il calore e la fatica che mi accompagnano. Scendo velocemente dal Jebel e inizio un piattone per raggiungere il secondo CP (Check Point). Mi sono imposto a ogni CP di non fermarmi più di 20 secondi , giusto il tempo per rifiatare un attimo, bere almeno mezzo litro, sostituire la bottiglia vuota con una piena, marcare il cartellino e mangiare un pezzo di barretta o un gel. La giornata è priva di qualsiasi nuvola, il cielo è perfettamente azzurro di un azzurro … fottutamente azzurro. Le temperature sono alte e a metà giornata raggiungiamo i 42°, secchi si ma sono sempre 42°. Questa temperatura è considerata all’ombra ma qui di ombra per noi che corriamo non ce n’è e non oso immaginare la temperatura al sole sicuramente oltre i 50°… caldo caldo caldo. Una leggerissima brezza però rende un po’ meno insopportabile il calore è un regalo grosso anzi grossissimo. Mano a mano passo i CP e la stanchezza è inversamente proporzionale alle energie disponibili. Mi sto però regalando un “viaggio” bellissimo me la sto proprio godendo questa tappa. Sto pensando un po’ a tutto alla mia famiglia e a quanto sono fortunato ad avere una moglie e due figlie che mi vogliono così bene, io le adoro. Penso ai miei genitori che mi hanno cresciuto e che stravedono per me, alla mia mamma che sta facendo anche lei una gara durissima ma non molla mai non da mai cenni di cedimento, penso a tutti e 4 i miei nonni che non ci sono più ma il mio ricordo di loro è più vivo di mai. Io credo di essere un mix di mio nonno Enzo mio nonno Umberto e mio padre. Le gambe sono stanche ma la testa gli impone ancora di fare dei passi perché il CP6 è vicino e sarà il penultimo. Raggiungo il CP6 quando il sole inizia il suo ritiro per lasciare posto alla luna e alle stelle al prossimo CP sicuramente sarà buio. Sono sul percorso da solo ormai da parecchi chilometri e mi sto godendo questa solitudine infinita. Tutti dovrebbero provare questa solitudine perché ti fa parlare con te stesso senza distrazioni. Non posso però distrarmi troppo e devo stare attento a dove metto i piedi perché essendo ormai passate più di 10 ore sempre correndo la stanchezza può giocare brutti scherzi e una storta può essere la fine del bellissimo viaggio. Arrivo al CP7, mi metto in testa la pila frontale e l’organizzazione mi attacca uno star-light sullo zaino dietro. Adesso è buio e mano a mano si accendo le stelle, prima quelle più vicine alla terra e quindi più luminose poi mano a mano le altre. Sembra che ci sia un addetto che a tempi stabiliti tipo ogni 3 minuti preme un pulsante che ne accende 1000 e così via. E’ stupendo una miriade di stelle e intorno a me solo buio. Nessun rumore solo quello dei miei passi. In lontananza si vede la luce dell’arrivo ma qui le distanze sono lunghe… Continuo la mia corsa usando le ultime energie disponibili e arrivo al traguardo in 11h 58’ in 45esima posizione. Sono sfinito ho dato tutto quello che avevo ma sono integro e non ho problemi particolari. Mangio subito qualcosa per riprendere un po’ di energie. Adesso che mi sono fermato mi arriva addosso un treno di fatica, mi dico che è normale dopo una “passeggiata” del genere e mi godo un gran risultato sul “tappone”.
Giorno di Riposo
Per il tappone l’organizzazione ha indicato un tempo massimo di 35 ore quindi per chi come me è arrivato alla sera della prima giornata ha a disposizione tutto un giorno per riposare. In tenda si parla del più e del meno della famiglia rimasta a casa dei figli degli hobby oltre la corsa … insomma si socializza. Il morale è alto e la tensione è diminuita perché il tappone era fino a ieri un pensiero un dubbio un incognita. Oggi siamo tutti consapevoli che la tappa marathon di domani e la tappa charity sono fattibili e che salvo imprevisti davvero grossi l’MDS si porta a casa. Per quanto mi riguarda non è la medaglia o la classifica ma il traguardo di un obiettivo raggiunto con fatica, impegno e sacrifici.
Giorno Cinque - HASSI TARFA / BOU MAKHLOUF : 42,2 Km
Arrivano i playmobil e come le altre mattine iniziano a smontare il campo. MI alzo ma da subito sento un vuoto di energia non mi sento stanco ma mi sento “vuoto”. Mangio la colazione uguale a quella delle altre mattine sperano di recuperare un po’ di energia. Preparo lo zaino con tutto il materiale e mi sorprendo subito da quanto sia leggero finalmente……
Siamo pronti 5-4-3-2-1 viaaaaa … e siamo al via dell’ultima tappa cronometrata, parto con calma anche se gli avversari spingono forte da subito. Oggi si da tutto quello che è rimasto. Percepisco il vuoto d’energia avuto al mattino che cresce sempre più. Dopo 10 minuti mangio un gel, dopo 20 minuti un altro, dopo 30 un altro, dopo 40 un altro e dopo 50 un altro ancora. 5gel in 1 ora, mai fatto. Le forze però iniziano ad arrivare e riesco a riprendere un ritmo sempre migliore. Ogni km che passa mi sento meglio e passo diversi concorrenti che prima mi avevano “sverniciato”. Al 23°km mentre corro sulla linea migliore del percorso sento un male lancinante al centro del piede destro. Mi fermo e vedo che una spina lunga almeno 6cm si è conficcata dentro la scarpa l’ha trapassata e si è pianta nel piede. Ok calma, provo a sfilarla lentamente e con la stessa facilità con cui è entrata esce. Ufffff….. Appoggio il piede e ho un leggero dolore ma nulla di insopportabile. Riprendo il ritmo precedente e al 35°km si scorge all’orizzonte il traguardo. Aumento il ritmo … ormai è fatta. Spingo spingo sempre più forte e finalmente arrivo al traguardo. L’MDS è mia manca solo la tappa Unicef da percorrere senza tempo cronometrato e manca ancora un gg in totale autosufficenza grrrrrrr…. Fame fame fame ….. Alla sera ci sono le premiazioni e esce la classifica generale. Sono 54° classificato GRANDEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Meglio di qualsiasi mia aspettativa e 5° italiano. Mi sposto dal tabellone e mi dico :
Good Job Zacca, Goooooood Job Zaccaaaa
Giorno Sei - UNICEF - BOU MAKHLOUF / TAZOULAIT : 17,7 Km
Stamattina i Playmobil non arrivano; non devono smontare in fretta per poi rimontare un altro campo questo era l’ultimo quindi lasciano montate le tende fino alla nostra partenza. L’atmosfera è rilassata, manca solo una passeggiata di 17,5km e l’avventura terminerà. Non nascondo che nonostante le difficoltà giornaliere passate ho una sorta di malinconia. Aver vissuto 6gg con pochissimo cibo, nessun vestito oltre a quelli indossati e a una tuta da imbianchino oltre al sacco a pelo e a una mezza stuoia sulla quale coricarmi mi ha fatto capire per l’ennesima volta che in realtà non abbiamo bisogno di tutto l’insieme di oggetti e di cose che ci circondano nella vita di tutti i giorni ma abbiamo bisogno soprattutto di emozioni.
Alla fine di una esperienza come questa arriva il momento di fare il resoconto. I giorni prima della partenza ero molto agitato frutto del fatto che dopo 4-5 mesi di allenamenti a orari in cui la gente normale è a letto o è a divertirsi o semplicemente è a casa con la propria famiglia si vorrebbe avere la maggior soddisfazione personale possibile. E come al solito la domanda che più mi viene rivolta è : “Che cosa ti porta ad affrontare una gara così con privazioni e sacrifici enormi per la preparazione?” Anche stavolta dopo averci pensato a lungo la risposta è sempre la stessa : “. La sopportazione di fatica e sofferenza ha un suo corrispettivo che ripaga ampiamente. In sostanza in una prova come questa si ritorna alle condizioni primordiali e si annullano tutti i condizionamenti della società moderna per lasciare posto solo a ciò che conta per la sopravvivenza.”
Ringrazio la mia famiglia per avermi supportato e sopportato in questa avventura e spero di avere trasmesso anche a loro parte delle emozioni vissute per preparare la Marathon des Sables.
Tappa | Distanza (km) | Kcal consumate | Tempo |
1 | 34 | 3.087 | 4h46’06 |
2 | 41,3 | 3.412 | 5h21’38 |
3 | 37,5 | 3.095 | 4h47’06 |
4 | 84,3 | 7.800 | 11h58’29 |
5 | 42,2 | 2.920 | 4h39’05 |
6 | 17,7 | 1.100 | Unicef |
Totale | 257 | 21.414 | 31h32’252 |
Riccardo Zaccaria