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Il racconto potrebbe essere intitolato "Una settimana con un paio di mutande" ma non sembrerebbe serio.
Dopo aver partecipato nel 2013 al "100 km de Passatore" e a Giugno 2014 al "Magraid 100 km nella steppa" inizio a Luglio a pensare ad un avventura nel deserto e magari in autosufficienza. Così inizio a guardare sul Web che proposte ci sono su una gara di questo tipo. Inizio a valutare (anche se ancora da molto lontano) la Marathon de Sables considerata l'evento clou per questo tipo di gare. Mi fermo subito in quanto l'edizione successiva che si disputa in aprile 2015 ha le iscrizioni che sono già chiuse. Poi per puro caso mi arriva su Facebook l'informazione della seconda edizione della Oman Desert Marathon. Guardo bene di cosa si tratta e scopro che trattasi di una gara nel deserto Bidyaia in Oman di 165 km in 6 tappe in autosufficienza, ovvero per tutta la durata della manifestazione bisogna portarsi nello zaino il necessario per dormire per mangiare, oltre al materiale obbligatorio. Ci penso. La formula è quella che cercavo però ho qualche dubbio sul tempo che dovrò dedicare agli allenamenti. A luglio sono ancora indeciso ma inizio comunque ad allenarmi pro Oman Desert. Ma questo è il punto... quale tipo di allenamento? Su quale tipo di fondo? Quanti km a settimana? Quale tipologia di percorso? Non ho idea di come impostarlo. Comunque inizio con aumentare i km e con aumentare la distanza del lungo settimanale. A fine Agosto vado in montagna con tutta la famiglia e miglioro la forza muscolare con salite impegnative e veloci. A metà settembre mi decido e mi iscrivo. Parteciperò alla seconda edizione e della Oman Desert Marathon. Gli allenamenti proseguono anche se incastrati in un periodo lavorativo molto intenso. Inizio anche la preparazione del materiale e del cibo che prenderò con me in Oman. Nulla deve essere lasciato al caso il cibo e il materiale deve essere tutto provato prima della partenza, non deve esserci possibilità di errore. Finalmente arriva il giorno della partenza Giovedì 6 Novembre. Alle 21.30 mi incontro in aeroporto con Tommaso De Mottoni e prendiamo il volo Ethiad per Muscat la capitale dell'Oman. All'aeroporto ci incontriamo con gli altri concorrenti e veniamo trasferiti prima in Bus poi in fuoristrada 4x4 al campo permanente "Arabian Oryx Camp". Qui pernottiamo prima della partenza della prima tappa che avverrà venerdì mattina 8 Novembre alle ore 8. Al mattino veniamo trasferiti in fuoristrada al centro della città di Bidiyah dove tutto il paese attende la partenza della gara con tanto di cammelli, presentazione gara e canti locali. Da questo momento per tutta la durata della competizione l'organizzazione fornirà solo acqua, tutto il cibo, i vestiti e il materiale per dormire saranno all'interno dello zaino di ogni concorrente.

1a Tappa
Partenza.........è difficile esprimere in parole i pensieri che girano nella mente al via di una nuova gara o meglio di una nuova avventura. Per prima cosa si pensa a tutti gli allenamenti fatti per raggiungere un livello adeguato alla gara e a tutto il tempo libero "rubato" a moglie e figlie in quanto dedicato completamente agli allenamenti. Passato questo primo momento inizio a scrutare gli avversari per capire il livello tecnico di ognuno e per individuare con chi dovrò battermela in quanto al mio livello. La seconda Oman Desert Marathon intanto prende il via e dopo un primo tratto in paese, passiamo subito a correre su delle piste all'inizio del deserto di Bidiyah. Fa caldo molto caldo, una quarantina di gradi e la sabbia simile al borotalco assorbe parte dell'energia di spinta delle gambe che faticano a far avanzare il corpo. E' questo il pegno da pagare nel deserto, una parte dell'energia che normalmente viene utilizzata per avanzare se al prende il deserto quasi come fosse un pegno una "tassa" da pagare. Questa "tassa" però il deserto la restituisce con gli interessi con panorami, profumi, sensazioni mai provate prima. La corsa intanto procede e passati i primi 10km valichiamo 2 km di dune seguendo le bandiere poste dall'organizzazione. L'arrivo è dove siamo partiti e dopo poco meno di 2h30' arrivo al traguardò. Sono stanco ma non troppo, bevo e cerco di reintegrare il più possibile i liquidi persi. Dopo l'arrivo di tutti i concorrenti tramite fuoristrada 4x4 siamo accompagnati al primo campo in mezzo al deserto dove troviam ole tende già montate e pronte per accoglierci. Il pomeriggio passa con la preparazione del pranzo (40g di grana, dell'Olio di oliva fornito dal mio amico Antonio e della frutta secca) e a riposarsi per recuperare le forze perse sul percorso. Alle 17.30 il deserto vuole salutare il nostro arrivo e ci riserva una tempesta di sabbia con pioggia torrenziale, situazione che si vede solo ogni 5-6 anni e per noi europei essere li è un caso rarissimo. La violenza del vento rompe buona parte delle tendine e in molti sono costretti a dormire sotto le tende arabe. Su 40 tende ne rimarranno utilizzabili soltanto 10. La mia è salva e passo la notte abbastanza tranquillo, anche se un po' di acqua è riuscita ad entrare.

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2a Tappa
Al mattino alle 6 sorge il sole e dopo la sua comparsa dietro alle dune, la temperatura che nella notte scende sui 5-6° in meno di 20 minuti risale velocemente fino a 30° e successivamente in altre 2 ore arriva a toccare punte di 44-45°. Anche se il clima è secco (umidità media intorno al 40%) durante la gara il caldo si fa sentire. Oggi abbiamo una tappa di 24Km che sarà dall'organizzazione allungata fino a 29Km in quanto in alcuni punti del percorso originale la pioggia della notte ha creato problemi. La partenza alle 7 ci riserva almeno 1 ora di temperature buone e man mano che si corre il caldo aumenta e proprio in questa tappa si farà sentire pesantemente. I primi 20km filano via lisci ma gli ultimi 9 la temperatura si alza fino a 45° e mi impongo di bere ogni 3 minuti un sorso d'acqua dalla borraccia. In queste condizioni atmosferiche il pericolo più grosso è proprio la disidratazione. Infatti all'arrivo della tappa verrò poi a scoprire che ad un ragazzo Omanita sarà somministrata una flebo in quanto completamente disidratato. Gli addetti dell'organizzazione intanto montano il campo e man mano che arriviamo ci adagiamo sotto le due tende arabe per ripararci dal sole e per recuperare le molte energie spese nella tappa di oggi. Come tutti i giorni per tutto il pomeriggio si prepara pranzo e cena e si parla con gli altri concorrenti. Le lingue del campo sono le più svariate Arabo, Francese, Olandese, Spagnolo, Italiano, Taiwanese, Inglese un mischiarsi di parole con pronunce differenti e con sonorità che ascoltarle senza cercr di capire i l significato appaiono una sinfonia a più voci di un opera lirica.

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3a Tappa
Mi alzo alle 6, oggi c'è una tappa "facile" solo 20Km. Il poco mangiare a disposizione inizia a farsi sentire e sento il mio corpo "vuoto" senza carica. Anche se sono consapevole che correre 20km non sarà un impegno intensivo mi sento proprio stanco. La tappa alle 7 parte puntuale e tra paesaggi fantastici tra dune apparentemente insormontabili e sulla sommità delle quali mostrano ai miei occhi distese infinite di sabbia, procedo correndo abbastanza ad un ritmo abbastanza veloce. All'arrivo sono stanco, non ho molta fame e ho solo voglia di riposarmi un oretta. Inoltre mi accorgo che la tenda che normalmente usavo l'aveva già presa una donna, non me la sento di dirgli nulla, e quindi prendo posto sotto ad una delle due tende Arabe. Qui siamo circa in 12-13 io mi sistemo a fianco di un Tedesco JOE e di un Taiwanese Hu (per tutti Martin). Sono supersimpatici e tra scherzi e discorsi in un linguaggio misto e conosciuto solo a noi ceniamo e ci prepariamo per la notte. Ho deciso che domattina non farò colazione con la busta di Muesli e Nocciole liofilizzati ma mi mangerò una Nutella e una barretta energetica alla frutta. La colazione che mi avanza la voglio mangiare dopo la tappa per pranzo per vedere se riesco a recuperare meglio. Al notte passa ma non è banale dormire in quanto ho partecipato a una prova non per tutti : "La Joe snore experience". E' incredibile come una persona possa russare così forte, mi metto i tappi per le orecchi ma anche loro fanno quello che possono, si migliora ma lui è " The King of snorers " e quindi più forte di qualsiasi tappo per le orecchie progettato dall'uomo.

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4a Tappa
La notte la passo diciamo non benissimo ma al mattino mi sembra di stare un pochino meglio del giorno prima. Oggi la tappa è di 24Km ma dicono difficile con continue salite e discese da dune. Alle 7 partenza e subito si inizia a salire e scendere continuamente. Fisicamente non sono al 100% ma sto meglio del giorno prima e procedo con cautela per evitare di affaticarmi troppo. Domani c'è la tappa da 40km e qui possono esserci anche enormi differenze sui tempi (sia in positivo che in negativo). La tappa è stupenda, un sole pulito senza nemmeno una nuvola accende il colore giallo della sabbia, sono solo quasi tutta al tappa e solo l'incontro con qualche Montone e qualche Cammello che pascolano nel deserto sono le persone incontrate oltre ovviamente i 2 Check-Point e il fuoristrada del dottore che mi chiede verso il finale se va tutto bene. Appena arrivato mi svuoto le scarpe dalla tanta sabbia che nonostante le ghette mi è entrata nei piedi. E' inutile lottare con sabbia lei vince sempre, un passaggio per entrare nelle scarpe, per entrare nelle mutande, per nascondersi sotto i pantaloni ecc.., lo trova sempre. E' molto importante capire se quella sabbia in quel punto può diventare "maledetta" causando vesciche, ustioni, sfregature che potranno dare noie per tutto il proseguo. Ho visto concorrenti con i piedi ricoperti dalle vesciche e concorrenti che essendosi spalmati crema alla vasellina sull'interno coscia si è trasformata insieme alla sabbia a carta vetrata con bruciature fastidiosissime. Le mutande comunque sono protagoniste in quanto oggi avrei voluto cambiarle con un paio nuovo proprio per averle pulite per la tappa lunga da 40km. Invece nel metterle complice credo un fallo di produzione si sono aperte in due. Quindi... quindi è destino che le mutande con cui sono partito mi accompagnino fino alla fine. Fortunatamente oggi al campo abbiamo una specie di pozzo (sarà fondo almeno un centinaio di metri) dal quale con una pompa si riesce a spillare un po' di acqua per lavarsi e per lavare le mie mutandine. Oggi mangio a pranzo una colazione da 400Kcal e dopo 1 ora 35gr di formaggio e 20ml di Olio di Oliva extravergine (quello del mio amico Dic). Alla sera altra busta con patate arrostite e prosciutto e un sacchetto di misto frutta secca. Oggi vado a letto sazio e con lo stomaco pieno.

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5a Tappa
Sveglia ore 5 perché visto il caldo (si prevedono per oggi 45-46° C) l'organizzazione decide di partire 1 ora prima in modo da avere un'ora in più di temperature accettabili per questa che è la tappa più lunga. Parto in forma la modifica sull'alimentazione ha dato i suoi risultati e devo dire che oggi sono carico. Decido comunque di partire con calma, in quanto la tappa è lunga e quindi sicuramente la parte finale con il caldo in aumento non sarà banale. Corro insieme a un Marocchino e a un Francese e anche se il loro passo è più lento di quello che vorrei tenere rimango con loro. Tutto procede bene e al Check-Point del 20°Km decido di aumentare il passo e di spingere più forte. Il caldo inizia a farsi sentire e senza impormelo bevo molta acqua. Al CP del 20° avevo per fortuna preso oltre alle 2 borracce anche una bottiglietta da mezzo da tenere in mano. Al 25° il percorso arriva in un paesaggio mozzafiato, con dune alte fino all'orizzonte e tocca superarle tutte. Il su e giù per le dune mi fa perdere la sensazione del tempo e in quasi in un attimo arrivo al CP del 30°. La temperatura è alta e mi scolo una bottiglia d'acqua in un secondo e credo che nel secondo successivo la stessa acqua sia uscita dai pori della mia pelle trasformata in sudore. Riempio le borracce prendo una bottiglietta in più e via verso la fine della tappa. L'azione di corsa diminuisce di intensità complice la fatica e il calore ma tutto sommato sto bene, anzi molto bene. Il caldo è sì forte però è anche vero che siamo nel deserto e fondamentalmente siamo venuti qui per questo. Arrivo al traguardo ma sono ancora diciamo "accettabile" non sono sfinito. I km iniziali a un ritmo più lento mi hanno preservato e sono soddisfatto della mia tenuta. Come gli altri giorni preparo il pranzo e aspetto l'arrivo degli altri concorrenti. La temperatura sale ancora e arriviamo dice l'organizzazione a 47°, i concorrenti ancora in gara arrivano mano mano e sono stremati, cotti. Pian piano arrivano tutti e così si può mangiare e raccontare le varie storie che ognuno ha vissuto in questa tappa lunga. Alle 19 quasi tutti hanno finito la cena e sono già dentro al sacco a pelo a dormire. Domani saranno 31 quindi non una passeggiata e su un percorso non proprio facile anche se gli zaini sono notevolmente più leggeri perché del cibo all'interno non ce ne sarà più, ma ci sarà solo il materiale obbligatorio e il materiale per dormire. Domani tutti daranno il massimo in questa ultima tappa e io mi sento molto bene e spingerò a FULL POWER.

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6a Tappa
La partenza dell'ultima tappa è sempre un po' triste, sai che è l'ultima partenza e che quando arriverai all'arrivo sarà finita anche questa avventura. Stamattina sto veramente bene forse perché ieri ho finito tutto il cibo che avevo a disposizione e sono proprio carico. Al via parto ad un buon passo che cercherò di mantenere fino alla fine. La prima parte è quasi tutta su un piattone, dove le scarpe affondano per solo 3-4cm quindi è possibile spingere abbastanza forte. Arrivato al CP1 del 10Km mi fermo solo 5 secondi per riempire le borracce e riparto subito. Qui inizia un attraversamento di dune per passare dei canaloni, percorso stupendo ma faticosissimo, si sprofonda nella sabbia fino a metà del polpaccio e a volte la sabbia entra da sopra le ghette. I piedi iniziano a riempirsi di sabbia, ma in fondo chissenefrega fra poco sarà tutto finito. Continuo con il mio passo e agevolmente arrivo al CP2. Solito, riempio le borracce e via subito. Questi ultimi 11 km li farò al massimo e quindi spingo forte. Arrivo al 25° e qui una sorpresa. Un piattone di 5km con il sole frontale che sembra voglia imprimere la sua forza nelle nostre menti. Fa caldissimo, un caldo mai sentito così forte nelle tappe successive. Al 28Km ho un miraggio una baracchina che vende birra, in realtà era un Cammello cavalcato da un contadino Arabo. Va be' tanto lo sapevo che qui in Oman la birra non esiste, proseguo ancora più forte e al 29km inizia una salita, terminata la quale ci sarà una superdiscesa che porterà direttamente all'arrivo al campo permanente Arabian Oryx Camp. Scendo come fanno i bambini con passi da gigante a una velocità folle e taglio il traguardo di questa seconda edizione della Oman Desert Marathon. All'arrivo medaglia e corteo di bambini tutti in abiti da festa che mi porgono una rosa e la maglietta dell'evento. Purtroppo E' FINITA. Aspetto tutti i concorrenti, ma soprattutto un signore e una signora francesi non vendenti al 100% che con una determinazione di altri tempi e grazie agli accompagnatori che ogni giorno gli hanno fatto da guida arrivano al traguardo. La commozione è forte e difficile è capire le emozioni che hanno provato queste persone che hanno perso panorami e ambienti surreali ma che sicuramente hanno catturato a differenza di noi "normali" profumi e rumori a noi sconosciuti.

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Quando finisce una gara o meglio un avventura come questa arriva anche il momento per fare il resoconto dell'esperienza. In questi giorni senza telefono, senza lavoro e con la possibilità a colloquiare solo in lingue diverse dall'Italiano ho avuto modo di pensare tanto, alla vita trascorsa fino ad oggi, alla vita futura, alla mia famiglia, agli amici. Ho però cercato di dare una risposta alla domanda che quasi tutti nelle settimane prima della partenza mi rivolgevano: "cosa ti spinge con passione, entusiasmo e pura gioia a vivere condizioni che per la maggior parte delle persone sarebbero da evitare e da cancellare dalle esperienze che meritano di essere vissute? " – " Perché una persona normale vuole affrontare una prova come questa , assurda priva di senso e inutile?" La risposta che mi sono dato è la seguente e non riguarda solo la mia persona ma penso si possa vestire addosso alla quasi totalità delle persone presenti alla gara. Chi affronta una prova di questo tipo è una persona sicuramente egocentrica e megalomane ma è anche dotata di straordinarie qualità fisiche e mentali fuori dalla norma. La sopportazione di fatica e sofferenza ha un suo corrispettivo che ripaga ampiamente. Un esperienza di questo tipo implica rimanere una settimana lontani dal mondo da cui si proviene, con le sue abitudini confortevoli e le sue certezze, per entrare in una dimensione in cui ci si concentra quasi solo al bisogno di sopravvivenza, alimentarsi, i bisogni fisiologici e la preparazione del propri zaino dove in poco più di 5Kg è contenuto tutto il necessario per questa settimana. Si passa quindi da una condizione ultra-agiata a una condizione in cui tutto ciò che conta è il cibo, la cura del corpo, la volontà. In queste condizioni si dà per scontato essere sporchi, essere affamati, essere cotti dal sole, essere stanchi. In sostanza si ritorna alle condizioni primordiali e si annullano tutti i condizionamenti della società moderna per lasciare posto solo a ciò che conta per la sopravvivenza.

Ringrazio la mia famiglia per avermi supportato e sopportato in questa avventura e spero di avere trasmesso anche a loro parte delle emozioni vissute in Oman. Spero anche di riuscire a trasmettere questa esperienza a mio padre che tanto avrebbe voluto partecipare a un Raid nel deserto ma che poi il passare degli anni non glielo ha permesso.

 Tappa  Distanza  Kcal consumate Tempo  Dislivello +

1

2

3

4

5

6

20

29

18

24

40

31

1309

1946

1201

1576

2570

2029

2h24'22s

3h15'22s

1h51'36s

2h42'38s

4h57'56s

3h25'35s

170

235

200

329

356

317

 TOT  162  10.631 18h37'29s 1607

 

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Articolo della Gazzetta di Modena

 

 


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