Partiamo alle 6,30 da Nonantola io e Andrea il Gattone. Raggiungiamo il passo del Lavazè alle 9,30 dove ci prepariamo e partiamo per raggiungere il monte "Pala di Santa". Con il GPS di Andrea cerchiamo di capire dove è i lpercorso in quanto non ci sono tracce evidenti del passaggio di altre persone. Proseguiamo verso il bosco e troviamo delle vecchie tracce sulla neve lasciate da un scialpinista. le seguiamo in quanto combaciavano con la traccia GPS e ci inoltriamo sempre più nel bosco ascendendo lentamente la montagna. A un certo punto le tracce finiscono (probabilmente il scialpinista si è girato ed è tornato indietro) e quindi controlliamo la traccia GPS. Ci accorgiamo che la traccia originale è circa 100mt più in alto e quindi decidiam odi tagliare diritti verso l'altro per tornare in "careggiata". L'impresa si dimostra ardua perchè affondiamo 70 cm circa sulla neve ad ogni passo.


Ci diamo il cambio per aprire la pista ogni 5 minuti dopo quasi 45min rientriamo su quello che è il sentiero originale. Qui non è passato nessuno ma la neve è leggermente più compatta e si procede abbastanza bene. Arrivati a quato 2100 finisce la vegetazione e ci troviamo in un panorama fantastico. La giornata calda e limpida ci offre il panorama su tutte le catene montuose fino all'infinito a 360°; è veramente incredibile e di una bellezza disarmante. Procediamo fino alla prima cima più bassa delle 3 presenti sulla Pala di Santa. Qui mangiamo e facciamo un po' di foto per poi ripartire. Il percorso inizia a diventare complicato perchè le pendenze aumentano sempre più e la neve è tanta e mai calpestata. Decidiamo di passare sul versante nord in quanto la traccia andrebbe sul versante a sud ma si vede subito impossible da attraversare in quanto la pendenza è troppo elevata. Proseguimo lentamente e con molta fatica, e tagliamo fino a quasi alla sella prima della cima sulla quale vediamo benissimo la croce. Mancano rmai una quindicina di metri e siamo sulla sella ma nell'ultimo tratto varia la pendenza fino a quasi 65-70° e la neve risulta soffice per 10 cm ma poi sotto è ghiacciata e le ciaspole non tengono. Si inizia ascivolare e sotto di noi c'è un canalone di 300metri. Se perdi l'aderenza arrivi fino giù senza possibilità di fermarti. Proviamo in più modi a scavare la neve per avere tenuta sulle ciaspole ma nulla da fare e decidiamo di tornare indietro. Amche il "girarsi " su una pendenza così e senza aderenza risulta difficile quindi facciam otutto con molta calma misurando gli spostamenti. Torniamo all'inizio del versante nord e visto l'orario ormai oltre le 14 decidiamo di rientrare a ritroso sul percorso di andata. In circa 1,30h siamo nuovamente al parcheggio. Una giornata stupenda su un percorso molto molto bello ma con il tratto finale difficile che avrebbe richiesto l'uso di ramponi e picozza che noni non avevamo.
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